sabato 4 febbraio 2012


"...Ti  osservai con attenzione: la testa era perfettamente rotonda, i capelli pettinati in avanti in una piccola cresta, la mascella squadrata e spigolosa era ricoperta dalla barba di un giorno. Il naso era un po’ schiacciato, come se avesse preso un cazzotto, ma stava bene. Illuminate dalla luce che filtrava dal vetro, gli occhi che la sera mi erano sembrati scuri si rivelarono nocciola, screziati di verde. Sentii il cuore mancare un colpo:
Dio, Sasha, eri bellissimo. "

( tratto da " Sospiro" )

"...Ci eravamo seduti su una panca nel parco adiacente alla gelateria. Era piacevolmente tiepido, e le prime foglie della primavera gettavano un’ombra su di noi. Regnava la quiete- erano solo le tre del pomeriggio- e qualche nonnino si aggirava per il parco, godendo del primo sole caldo di stagione. Avevi chiesto di me: chi ero? Te lo raccontai: ci eravamo trasferiti in città dalla campagna per motivi di lavoro. Mio padre  e mia madre lavoravano come operai quando ero piccola. Poi, la mamma si era ammalata ed era morta, lasciando me e mio padre allo sbaraglio. Verso i quindici anni, mio padre si trovò una nuova compagna che non sapeva cosa farsene di una figliastra adolescente in tempesta ormonale- si, mi aveva definita così- anche perché lei già aspettava un figlio da mio padre, un loro bambino, un loro figlio. Intanto, io studiavo al Liceo artistico della Città, cercando di non perdere neanche un anno per accelerare l’arrivo della maggiore età e l’uscita da una famiglia che non era più la mia famiglia. << Poi sono arrivata alla Barrique e sono arrivata sin qui. >> Conclusi, osservandoti di sottecchi: eri attento, Sasha, ad ascoltare ogni sfumatura della mia voce.     << Storia interessante. >> Dicesti infine. << Da romanzo ottocentesco. >>
Mi lasciai sfuggire un sorriso. << Anche io l’ho sempre detto. >> "
( tratto da " Sospiro " )


"...Quando Cappuccetto Rosso giunse nel bosco, incontrò il lupo, ma non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura. “Buon giorno, Cappuccetto Rosso,” disse questo. “Grazie, lupo.”
“Dove vai così presto, Cappuccetto Rosso?” - “Dalla nonna.”
“Che cos’hai sotto il grembiule?”
“Vino e focaccia per la nonna debole e vecchia; ieri abbiamo cotto il pane, così la rinforzerà!”
“Dove abita la tua nonna, Cappuccetto Rosso?”
“A un buon quarto d’ora da qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c’è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già,” disse Cappuccetto Rosso. Il lupo pensò fra sé: Questa bimba tenerella è un buon boccone prelibato per te, devi far in modo di acchiapparla. "

c'è una leggera crepa sul colletto di Cappuccetto- dannate tempere... a breve, altre illustrazioni della mia fiaba prediletta!

biro, inchiostro, tempera.